Il venditore

La storia di un uomo citato nella canzone “Città Vecchia” di Fabrizio De André.

“Lì ci troverai i ladri, gli assassini
e un tipo strano:
quello che ha venduto per tremila lire
sua madre ad un nano”

08/02/’72
Carcere Statale di Venezia

Dolcissima mamma,

la guardia di turno ha finalmente deciso di togliermi le manette. Lui dice che l’ha fatto solo per farmi smettere di urlare, ma io so la verità: tutti, lentamente, si stanno accorgendo dell’enorme errore che è stato commesso nell’incarcerarmi. Hanno anche smesso di mettermi quella fastidiosa museruola in ferro. Per qualche strano motivo credevano che io mordessi: come se fossi tanto dissennato da azzannare un uomo!
Certo, qualche volta è capitato che mi arrabbiassi, ma puoi stare tranquilla: non ho mai fatto del male a nessuno. Solo una volta ho dovuto tirare un pugno ad un ragazzino, ma fu una lieve azzuffata.

Tuttavia, mamma, non mi sento a mio agio in questo posto. Mi chiamano “Lo strambo delle tremila lire”.
Durante le prime settimane cercavano di convincere anche me di una presunta pazzia di cui, apparentemente, sarei una triste vittima: quelli matti son loro! Io sto bene; lucido come non mai, vivo come sempre: sono un uomo sincero, sano e soprattutto innocente.
Dicono che io abbia sbagliato nel venderti, ma che ne sanno loro?
L’uomo che ti ha comprata era così tanto basso (e dunque vicino alla terra) che non poteva essere altro se non una Creatura di Dio. Mi aveva promesso, in cambio della tua carne peccaminosa e del tuo animo impuro, la Salvezza Divina. E io già mi sento più vicino al Cielo!
Qui non capiscono le mie ragioni: pensa che mi avevano messo in cella di isolamento solo perché mi rifiutavo di stracciare il contratto di acquisto! Citavano l’etica, fingendosi gentili e comprensivi. Ma tu, mammina cara, puoi stare tranquilla: ho ancora tutti i documenti intatti, con la mia firma e quella dell’acquirente.

Ora devo proprio salutarti, perché la guardia dice che non si sente sicuro se non mi tiene legato.

Porta i miei ossequi al Nano.
Abbracci,
tuo figlio.

P.S.: Di’ all’uomo che ti ha in custodia che sono disposto a fare altri accordi per la mia Salvezza.

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